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Immagine del redattoreSimone Zanchi

Pensioni a rischio


L’incremento della popolazione mondiale mette a rischio la sostenibilità del sistema previdenziale: secondo il Fondo Monetario Internazionale serve una riforma che allunghi la vita lavorativa e che incentivi i giovani a ricorrere a piani di risparmio.


“C’è urgente bisogno di una nuova riforma delle pensioni”: a dirlo è il Fondo Monetario Internazionale (FMI) nel report sull’invecchiamento della popolazione che evidenzia la necessità di incoraggiare le persone a lavorare per più anni introducendo degli incentivi per far sì che gli anziani continuino a lavorare rimandando l’accesso alla pensione.

L’esatto contrario di quanto fatto con il decreto pensioni di pochi anni fa che, grazie all’introduzione di Quota 100 e alla proroga di Opzione Donna, ha dato ai lavoratori la possibilità di anticipare di qualche anno l’uscita dal lavoro.

Il problema è che già prima di questa nuova riforma l’Italia era uno dei Paesi più esposti ai rischi dell’insostenibilità del sistema previdenziale, figuriamoci adesso. Se non si farà qualcosa nel breve termine, fanno sapere dal FMI, c’è il rischio concreto che il sistema previdenziale tra qualche anno non sarà più in grado di garantire la pensione, con i giovani di oggi che rischiano concretamente di dover pagare di tasca loro per avere diritto ad un sussidio.


Italia: l’invecchiamento della popolazione e i rischi per la pensione

Il calo della fertilità da una parte, e l’allungamento delle speranze di vita dall’altro, stanno portando ad un invecchiamento della popolazione su scala mondiale. L’Italia è uno dei paesi maggiormente interessati da questo fenomeno. L’invecchiamento della popolazione, infatti, porterà ad un aumento della spesa previdenziale di circa 2,5 punti percentuali entro il 2050, mettendo a serio rischio la stabilità dei conti pubblici.


Pensioni, rischio insostenibilità: cosa devono fare i giovani?

Con il sostegno dello Stato, i giovani devono cominciare fin da subito a pensare alla loro vita dopo il lavoro iniziando a risparmiare per garantirsi una pensione. In caso contrario c’è il rischio che chi smetterà di lavorare dopo il 2050 non percepirà alcun trattamento previdenziale. Per questo motivo il FMI consiglia ai Governi di incoraggiare un maggiore risparmio da parte dei singoli lavoratori, incrementando il ricorso al secondo e terzo pilastro previdenziale, ossia avere un fondo di categoria per il TFR e un fondo pensione privato.


Le soluzioni quindi sono due: da una parte bisogna cominciare già da adesso a mettere da parte dei risparmi destinandoli ad un fondo pensionistico, mentre dall’altra si deve continuare a lavorare per più anni possibili.

Solo al realizzarsi di queste due ipotesi sarà possibile mantenere degli standard pensionistici più o meno comparabili a quelli previsti al giorno d’oggi.

Se il Fondo Monetario Internazionale avrà avuto ragione o meno lo scopriremo tra qualche anno, quando potrebbe essere già troppo tardi correre ai ripari.


Se non vuoi lasciare il tuo futuro nelle mani del destino, contattaci.

Siamo ancora in tempo per trovare insieme la soluzione migliore.

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